Il tè nero o più propriamente tè ossidato, è un tè che ha subito un’ossidazione enzimatica al 100%, tramite l’ossigeno e gli enzimi contenuti nella foglia stessa. E’ il tè più consumato in Occidente ed è quello che nei Paesi anglofoni viene chiamato “Tè nero” mentre in Cina viene denominato “Tè rosso”.
Esistono diversi passaggi per ottenere questo tipo di lavorazione ed esistono diverse tipologie di tè ossidati con caratteristiche completamente diverse sia di sapore che di aspetto. Le due macro categorie in cui si suddividono i tè ossidati sono i tè “Ortodox” e i “CTC”.
I tè “Ortodox” sono i tè a foglia intera mentre i “CTC” sono i tè a foglia spezzettata, utilizzati per i blend e le bustine.
Entrambe queste categorie partono dalla raccolta a cui segue l’appassimento e quindi l fase della rullatura.
A questo punto le foglie più piccole passano alla fase successiva, mentre le foglie più coriacee subiscono una seconda rullatura.
La fase della rullatura innesca l’ossidazione. Gli enzimi contenuti nelle foglie grazie alla rullatura vengono a contatto con l’ossigeno ed avviene l’ossidazione, che nel caso del tè nero è al 100%. Si passa quindi all’essiccazione o cottura: le foglie della Camellia Sinensis vengono asciugate in forni appositi. In questo modo diventano stabili, perdono cioè completamente l’umidità residua e non sono più soggette a essere contagiate da muffe, divenendo adatte alla commercializzazione. Ultima fase prima del confezionamento è la selezione, dove vengono separate le foglie meglio lavorate da quelle che presentano qualche imperfezione e quindi vengono selezionati i vari “Grade” della tipologia di tè lavorata.